La Storia
Il medioevo
Colle Santa Lucia, era nota un tempo con i toponimi tedeschi Puchberg o Wersil (più tardi Fursil), nel 1027 l’Imperatore Corrado il Salico conferisce la contea del Norital al Principato vescovile di Bressanone, ne fanno parte gli attuali territori di Colle Santa Lucia e Livinallongo riuniti nel Giudizio di Livinallongo (Buchenstein). Le prime notizie del paese si hanno a partire dal 1145, ma di fatto il paese viene conosciuto per la presenza delle miniere di siderite manganesifera del Fursil.
Nel 1177 compare, con riferimento alle miniere del Fursil il primo documento storico, nello stesso anno la località viene concessa all’abbazia di Novacella con il diritto di riscuoterne le imposte, Il loro sfruttamento dura per circa 600 anni terminando nel 1753.
Nel 1282, con Mainardo II, nasce la Contea del Tirolo, il Principato Vescovile di Bressanone mantiene l’autonomia sul proprio territorio venendo tuttavia considerato parte integrante della Contea. Al Vescovo viene conferito il titolo di principe diretto dell’imperatore del Sacro Romano Impero e gli spetta di diritto il titolo di Conte del Tirolo.
A partire dal 1363, la Contea del Tirolo con il Principato Vescovile di Bressanone iniziano a godere della protezione della casa d’Asburgo, passaggio storico fondamentale per il mantenimento degli equilibri geopolitici in quanto a partire dal 1420 con il voto di dedizione del Cadore alla Repubblica di Venezia, Colle Santa Lucia diventa di fatto territorio di confine fra le due potenze politiche /militari. Questo evento segnerà la storia per i secoli a venire. Nello stesso anno Innsbruck diventa capitale del Tirolo.
L’ Età Moderna
Nel 1511 l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo istituisce il Landlibell, a Livinallongo e Colle Santa Lucia nasce la Schutzenkompanie Buchenstein per la difesa del territorio, questi secoli sono segnati dalle vicende legate alle Miniere del Fursil fino alla loro chiusura nel 1753.
Alla fine del 1700, le vicende storiche modificano l’assetto politico. Durante le guerre napoleoniche, Colle Santa Lucia attraversa un periodo incerto dal punto di vista amministrativo. Con la secolarizzazione del 1802 e la perdita di potere politico da parte del Vescovo. Il paese rimane nel Tirolo che a questo punto diviene uno dei tanti Lander dell’Impero d’Austria. Per un breve periodo il paese passa prima al Regno di Baviera 1806-09, quindi al Regno d’Italia napoleonico 1810-13, per poi tornare definitivamente sotto l’Impero d’Austria.
Nel XIX sec. le vicende politiche legate alla storia d’Italia non toccano il territorio che attraversa un secolo di riforme e stabilità politica e amministrativa.
La Prima Guerra Mondiale
Il 1900 porta in paese sconvolgimenti politici, sociali ed economici con 2 guerre mondiali, sopratutto la prima guerra, combattuta aspramente in queste zone. Con lo scoppio della prima guerra mondiale il 28 Luglio 1914, gli uomini fra i 21 e 41 anni sono inquadrati nel reggimento dei Kaiserjager e dei Landesschutzen e assegnati al XIV° corpo d’armata con sede a Innsbruck e inviati sul fronte della Galizia. Il 23 Maggio 1915 con la dichiarazione di Guerra del Regno d’Italia all’Austria-Ungheria partono per il fronte del Col di Lana i ragazzi fra i 18-21 e gli uomini fra 41-51 anni organizzati nella 4a compagnia del Battaglione Enneberg sotto il comando del maggiore Franz Kostner.
Il 26 Maggio 1915 Colle Santa Lucia è il primo paese occupato dall’esercito italiano, l’occupazione porta il fenomeno del profugismo e fra le poche persone rimaste in paese, oltre 40 internati dal comando militare individuati come “ostili alla dominazione italiana”.
In seguita alla sconfitta dell’Austria Ungheria della prima guerra mondiale, con il trattato internazionale di Saint Germain del 1919 Colle Santa Lucia con Livinallongo e Cortina d’Ampezzo insieme a tutto il Tirolo cisalpino (sud tirolo) vengono aggregate al Regno d’Italia, Nononstante le ripetute richieste dei Comuni, e la richiesta delle comunità Ladine del Sella riunite a Passo Gardena di rimanere sotto un’unica provincia, il Fascismo porta nel 1923 alla disgregazione del Tirolo, che passato dall’Austria all’Italia, viene ripartito in 2 regioni e 3 provincie. Colle Santa Lucia passa prima al Veneto e quindi alla provincia di Belluno.
Ettore Tolomei, personaggio guida del nazionalismo Italiano vede i Ladini sono un grave problema, sostiene infatti: “i Ladini delle Dolomiti sono come una macchia grigia che bisogna a tutti i costi gettare via… e dopo l’opportuna assegnazione d’Ampezzo e Livinallongo alla Provincia di Belluno, non occorrono altri mutamenti”
La Seconda Guerra Mondiale
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale il 1 Settembre 1939, scoppia il dramma delle opzioni. I residenti nei tre comuni ladini sono considerati di fatto non appartenenti al gruppo etnico italiano. La popolazione di Colle Santa Lucia insieme a Livinallongo, Ampezzo e quella del resto dell’ex Tirolo in seguito all’accordo Mussolini-Hitler, è costretta a scegliere se rimanere nella propria casa e dichiararsi Italiana, accettando i dettami fascisti o emigrare nei territori del Reich abbandonando di fatto tutti i propri possedimenti.
Il 20 Settembre 1943 l’esercito tedesco occupa i vecchi confini del Tirolo, Colle Santa Lucia si trova ancora una volta in una posizione di confine all’interno dei confini del Reich. La popolazione maschile locale viene inquadrata nell’esercito tedesco mentre al confine con i comuni limitrofi avanza la pressione dei partigiani delle vallate vicine.
Con la fine della seconda guerra mondiale, nonostante la sconfitta Italiana, i trattati internazionali confermano i confini della prima guerra mondiale in funzione anti-russa ma sotto la supervisione dell’Austria. Nel 1945 dopo forte pressione del CNL (Comitato di Liberazione Nazionale) le forze armate alleate comunicano la riannessione dei tre comuni alla Provincia di Belluno rendendo sempre più forte la pressione della politica italiana in questo piccolo territorio. I comuni Ladini di Colle Santa Lucia, Livinallongo e Cortina d’Ampezzo raccolgono 3000 firme in un solo giorno per la riaggregazione al Sud Tirolo. L’anno successivo oltre 3000 Ladini delle 5 vallate del Sella chiedono di essere riuniti tutti sotto la Provincia di Bolzano.
Dal dopo guerra a oggi…
In virtù dei trattati internazionali della prima e della seconda guerra mondiale, sotto la supervisione dell’Austria, nel 1948 il “Trentino Alto Adige” ottiene il primo statuto di autonomia. Tuttavia l’accordo De Gasperi-Gruber omette il riconoscimento dei Ladini e non include i comuni di Colle Santa Lucia, Livinallongo e Cortina d’Ampezzo, passati pochi anni dopo la firma dei trattati, per volontà del governo Mussolini, alla Provincia di Belluno. Nel 1972 l’Alto Adige Sudtirol, con le stesse motivazioni, ottiene un secondo statuto di autonomia separato dal Trentino.
Il secolare legame con il Tirolo viene interrotto bruscamente nel 1964 con il passaggio della parrocchia dalla diocesi di Bressanone a quella di Belluno-Feltre. Vengono costituite negli anni successivi le unioni Ladine di Fodom, Anpezo e Col. Dal dopo guerra agli anni 90, numerose saranno le richieste di riannessione e indizione di un referendum.
Nel 2000 in virtù del riconoscimento delle minoranze linguistiche da parte della legge 482/99 i tre comuni deliberano l’appartenenza alla minoranza linguistica ladina, ma un anno dopo su pressione di una parte della politica bellunese altri 36 comuni si autoproclamano ladini.
Nel 2004 nasce l’Istitut Ladin Cesa de Jan, nel 2007 parte l’iter referendario dei comuni di Colle Santa Lucia, Livinallongo e Cortina d’Ampezzo per il distacco dalla Regione Veneto e il ritorno nella Regione Trentino – Sudtirol, dichiarato legittimo dalla corte suprema di cassazione. Contro il referendum si schiera il presidente della Regione Veneto, Galan definendo i ladini un “rigurgito etnico”, la Diocesi di Belluno-Feltre e alcune illustri personaggi frequentatori di Cortina. Il risultato è plebiscitario, nei tre comuni vota il 56% degli aventi diritto con il 78,86% di “SI”.
Più di recente nel 2013 il Consiglio Regionale Veneto accoglie la richiesta dei comuni salvo fare marcia indietro nel 2018 quando chiede la sospensione dell’iter parlamentare, in attesa del negoziato per la cessione da parte dello stato, di forme di autonomia alla Regione Veneto. Nel frattempo viene costruito il dossier di candidatura per l’assegnazione delle Olimpiadi del 2026 che vengono assegnate nel 2026 per essere disputate a Cortina. Oggi l’iter parlamentare con le sei proposte di legge presentate, sono ferme in parlamento in attesa di essere discusse.